DOTT.SSA ANNA MARIA RITA MASIN

Disturbi alimentari

Nella società attuale le manifestazioni più evidenti delle problematiche relazionali interpersonali e con se stessi, sono i cosiddetti“disturbi alimentari” ossia un errato rapporto con il cibo. In questi casi le persona mangia o troppo o troppo poco, può usare il vomito o lassativi dopo una grande abbuffata. Solitamente la persona ha uno schema corporeo falsato cioè pensa di essere sempre troppo grasso/a.
Mentre fino a pochi anni fa i disturbi alimentari si manifestavano prevalentemente nelle ragazze adolescenti, ora si è visto che l’errato rapporto con il cibo si può evidenziare anche nei maschi e a qualsiasi età poiché è la spia di un disagio personale/relazionale.

Secondo la più recente classificazione (DSM-V) i disturbi alimentari si suddividono in:

1) *ANORESSIA NERVOSA che si distingue nei due sottotipi:
con restrizioni (ossia la persona negli ultimi tre mesi ha perso molto peso attraverso diete molto rigide, digiuni e attività fisica eccessiva);
con abbuffate/condotte di eliminazione: in questo disturbo la persona alterna momenti di alimentazione restrittiva ad abbuffate con successive vomito autoindotto, uso inappropriato di lassativi, diuretici o enteroclismi.

2) *BULIMIA NERVOSA è caratterizzata da ricorrenti episodi di abbuffate che hanno una durata molto breve (anche solo di due ore) in cui la persona ha la sensazione di perdere il controllo e mangia tutto ciò che può essere considerato “commestibile” ma senza nessun criterio o selezione
Per i disturbi alimentari esistono altre classificazioni (**Centri di Terapia Strategica), evidenziano una differente classificazione dei disturbi alimentari corrispondenti a protocolli terapeutici specifici, cioè:

1- ANORESSIA: la caratteristica più evidente è che la persone evita il cibo, non mangia per paura di ingrassare; ci sono due tipi di anoressia:
SACRIFICANTE: di solito si manifesta in una ragazza che cerca di concentrare l’attenzione della famiglia (che solitamente sta attraversando un periodo particolare) su di sé.
ASTINENTE: si manifesta in una persona con estrema sensibilità, insicurezza, costante paura del fallimento, labilità psicologica e difficoltà a controllare le emozioni; questa persona riesce a evitare tutte queste emozioni concentrandosi sulla loro capacità di controllare l’assunzione del cibo provocandosi una reale e progressiva anestesia percettiva ed emotiva.

2- BULIMIA: la caratteristica più evidente è la capacità di divorare compulsivamente grandi quantità di cibo senza comportamenti di eliminazione (vomito, assunzione di lassativi, ecc.). Ne sono state evidenziate due categorie:
BOTERIANA: la persona pesa dagli 80-90 Kg in su, sono persone tranquille, serafiche, frequentemente sposate e con una situazione di vita piuttosto serena. Sono persona totalmente incapaci di mettersi dieta, considerate obese croniche e curate con terapie farmacologiche e, talvolta, con tecniche chirurgiche. Il più delle volte sono consapevoli di avere un insano rapporto con il cibo e che, questo, rappresenta per loro una protezione e che, come con il cibo, vorrebbero lasciarsi andare anche in altre situazioni della vita. Più raramente queste persone considerano il cibo come un “demone” che si è impossessato di loro; sono persone molto rigide, con una forte moralità. Infine ci sono delle persone, di solito donne di circa 50 anni, che sviluppano questo sintomo bulimico in un momento particolare della loro vita, quando i figli diventano autonomi e sentono minacciato il loro ruolo materno; di solito è associato a uno sfondo depressivo.
JO-JO: di solito sono persone che non si rivolgono allo psicologo ma al medico o dietologo; sono persone che riescono a stare a dieta per un periodo di tempo ma poi perdono in controllo e oscillano sempre tra il peso forma e 5-6 chili in più. Di solito queste persone dimagriscono quando sono ingrassate e ingrassano quando sono dimagrite, alternando controllo a perdita di controllo.

3- VOMITING: in questa categoria vengono inserite tutte le persone già anoressiche o bulimiche che hanno capito che vomitando riescono a mantenere il controllo del proprio peso senza rinunciare al piacere del cibo (mantenendo così solo qualche chilo in più o in meno del peso forma); inoltre riescono anche a evitare le preoccupazioni famigliari e le pressioni ad alimentarsi normalmente. Di solito la maggioranza delle persone vomitatici hanno un orientamento anoressiche; sono difficilmente curabili perché, a differenza delle vomitatrici a base bulimia, controllano molto di più la sfera emotiva. In questa categoria ci sono le persone che sono consapevoli che mangiare e vomitare è una vera e propria perversione; altre che non riescono a smettere e cercano aiuto (molto collaborative); altre che provano un vero e proprio piacere nel mangiare e vomitare (sono resistenti e difficile da trattare).
Il trattamento di questi disturbi può avvenire sia con l’ipnosi diretta/indiretta, sia con protocolli strategici coinvolgendo la famiglia.

* FONTE: "DSM V. Manuale Diagnostico Statistico dei disturbi mentali".
** FONTE: "Le prigioni del cibo", Nardone G., Verbitz T. Milanese R.; ed. Ponte alle grazie 1999